RECENSIONE: Hackout Trio! Sad Music for Happy Elevators

Scritto il 19/07/2023

Sad Music for Happy Elevators è uscito per Caligola, ultimo lavoro del Hackout Trio!

PREMESSA:

Non aspettatevi una recensione edulcorata... è ora di tornare alle recensioni critiche, per persone pensanti!

Questo è un disco che, nella sua natura implicita ( Jazz moderno ) ha del coraggio! Serve a questa Musica per sopravvivere, al giorno d'oggi: del gran Coraggio!
Il coraggio di non essere sempre di facile ascolto, ruffiana... però proprio per questo merita Recensioni Critiche, che possano indurre anche un po' alla discussione!


SE LO MERITA!

Iniziamo...

CONCEPT:

E' sempre difficile parlare di Musica, in generale, ma farlo di Jazz ( forse ) lo è ancor di più.

Per scrivere una recensione come questa, che non nasca solo dai gusti personali di chi la scrive, occorre avere dei riferimenti e, nel Jazz, essi sono davvero molti, moltissimi e vaghi.

Non potrei scrivere una recensione per questo disco senza pormi una domanda: di QUALE Jazz sto per parlare?

Inizio da ciò che NON è: Bebop, Hard-bop, modale. swing...

Provo a continuare chidendomi quali siano i riferimenti che giungono alla mia mente e ne trovo molti, troppi per definirli.
Potrei partire da David Binney, passando per Debussy qua e là, a Ornette Coleman, sorvolando su Coltrane, verso l'improvvisazione radicale... ma con nessuno trovo un reale "gancio", nessuno di questi mi convince.

Qualcuno potrebbe dirmi: non è definibile ciò che estremamente personale, se non nell'identità stessa del suo creatore... e ALLOOOOORA: ditemelo prima che evito mille problemi!

Questo Jazz è quello degli Hackout Trio!
Più precisamente quello di Luca Zennaro, Manuel Caliumi e Riccardo Cocetti!

Meglio così?

Sono serio: meglio così?

Non saprei. 

In certi periodi della mia vita penso che l'Arte che si identifica in se stessa sia la più autentica, in altri momenti credo che non lo sia.

Ma questa è una caratteristica del Jazz moderno, che non identifica più la propria ricerca in definizioni che possano "tradurla" all'ascoltatore, dandogli una chiave di lettura e di ascolto come il: "modale" di Miles Davis, o la "ricerca spirituale" del Free di Coltrane.

Forse quella chiave c'è, ma non è molto raggiungibile.

E' giusto? E' sbagliato?

Troppo difficile poter dare una risposta in un contesto così inappropriato.

Meglio lasciare aperta la domanda: decidi tu, lettore o lettrice!

Io penso, però, che quello del "Concept", cioè del volto che si presenta all'ascoltatore prima che lo faccia la Musica sia uno dei punti deboli più evidenti del Jazz, quasi tutto, e anche di questo disco.

Tuttavia, in questo caso, questo è l'UNICO punto debole... i ragazzi si fanno perdonare senza problemi!

 



MUSICA:

Un indizio per l'ascoltatore, quella chiave perduta ( seppur non fornito dagli Artisti ) arriva dalla Musica stessa: 

questo disco è un LIVE!

E allora il senso arriva nell'Esperienza. Questo disco è un'ESPERIENZA.
Un vero e proprio viaggio tra salite e discese, mari e monti, tensioni e risoluzioni.

Le Tensioni, preziose gemme della musica creata estemporaneamente, nascono da momenti di improvissazione molto pura, quasi radicale ed esplodono in esperienze di Sound Design, Ambient e musica Free.

Esse risolvono in elementi Tematici maturi, un tantino austeri, "di ricerca" e la scuola New Yorkese vine espressa con grande qualità in melodie che vogliono prendersi sul serio e vogliono essere prese sul serio.

Il gioco viene messo un po' da parte, forse, ma a favore di un'arte astratta che parla di tematiche esistenziali, intellettuali, filosofiche...

...E tutto questo, i ragazzi: LO FANNO ALLA GRANDE.

ESECUZIONE:

Un ulteriore chiave di lettura la danno i musicisti stessi: TRE GRANDI TALENTI.

 



 

Luca Zennaro ammalia con la capacità di essere profondamente se stesso, caratteristica dei musicisti di Talento.

Essere se stessi necessita personalità, ambizione e grandissima padronanza dello strumento.

Ci siamo: è questo il caso! 

Anche quando Luca esplora fraseggi intricati, melodicamente o armonicamente rischiosi, lo fa con sicurezza; ti benda gli occhi impedendoti dove metti i piedi, ti prende per mano e ti porta a fare una passeggiata in un Bosco che non conosci... 

... e lo fa senza farti preoccupare, senza paura: ti porta a fidarti di lui.

Ecco: la Fiducia nel Musicista che ti porta in sonorità inconsuete è un segnale importante, anche per l'Ascoltatore inesperto: è il Segno che il Musicista sa dove sta andando... e poco altro importa tanto quuanto questo.

 


Manuel Caliumi ammalia con la stessa efficacia, con il suo Sax Alto... altista puro, che racchiude nel proprio linguaggio tradizione, modernità, virtuosismo e capacità di "fare meno", di colorare e creare atmosfere. Equilibrio raro.

E' come un poderoso cavallo purosangue da corsa: non sai perché, ma la potenza la vedi anche quando stanno nei box.

In questo caso Manuel, nei Box non ci sta mai, ma nel suo alternare virtuosismi ( mai fuori luogo ) ed elementi di improvvisazione radicale vedi il Controllo.

E anche il Controllo è un segnale che arriva forte e chiaro anche all'ascoltatore inesperto.

 



Il Jazz è come il Mare, anche quando sembra calmo, sotto la superficie è sempre in movimento.

Correnti, vita, magma.

A volte calmo, a volte agitato, altre volte furioso, pieno di vita, energia, dolce e terribile.

L'unica cosa, del Mare, sempre uguale è che non si ferma mai.

Riccardo Cocetti, in questo disco, è il Mare.



CONCLUSIONI:

Il disco paga il pegno del Jazz Moderno, della sua mancanza di Concept che possano fornire agli ascoltatori almeno una chiave di lettura che consenta loro di non servire solo a riempire sale da concerto ( sempre più vuote tra l'altro ) e di non sopravvivere solo grazie a fonti di sussistenza associative.

Parlare di "sussistenza" e "associazioni" già mi annoia.

E non è un fatto di "difficoltà d'ascolto" ma di una posizione che il Jazzista di oggi non trova e che dovrebbe cercare tra la Musica e l'Ascoltatore e non tra Sé e la Musica.

Quest'ultima, privilegiata posizione, va cercata nei propri sogni, nella propria camera, forse in sala prove... ma non davanti ad altre persone.

Tuttavia questo Disco è "un Must Have" delle uscite degli ultimi anni, poiché è suonato da giovanissimi Musicisti che suonano ad un livello che, in altri tempi, riempirebbe Teatri, sale di concerto.

Non lo fanno ( riempire ) perchè si è rotto qualcosa che dovrebbe stare alle spalle di questi fantastici Artisti. Non so cosa sia, ma non c'è.

Musicisti eccezionali, un disco di un'intensità rara, suonato dal vivo con un'abilità molto più che professionale: non un'indecisione, non un errore, non una sporcizia... a tratti sembrerebbe registrato in studio.

La musica passa da momenti di poetica quiete ad altri di emotività stellare, spaziale... da mettersi a piangere dall'emozione.

In questo invidio gli Ascoltatori che erano in sala, al AL VAPORE, quella sera e che, pur senza chiavi di lettura ( come detto fin troppo ) hanno vissuto un'esperienza musicale da ricordare per tutta la vita.



Un grande PLAUSO a Calligola Records, una delle etichette più coraggiose, intelligenti e qualitativamente elevate d'Italia. Grazie per esistere.